I pappicci sono una splendida pasta fresca abruzzese, che si presta ad essere condita nelle maniere più svariate. La tradizione li vuole accompagnati da un sughetto di pomodoro piccante e abbondante pecorino grattugiato, ma siccome sono un po' spessi e particolarmente rustici stanno benissimo con il cavolo nero e le patate (ricordate gli spaghetti con il cavolo nero?), con un condimento di porri selvatici, con sughi rossi a base di ceci o fagioli, e in pratica in ogni altra maniera che vi ispiri. Sarà per questa evocazione contadina e tradizionale che a me piacciono particolarmente. Per ogni persona servono:
- 100 gr di farina di grano duro
- 50-55 gr di acqua
Si fa l'impasto lasciandolo riposare una mezz'oretta se si ha tempo, in modo che acquisti elasticità. Poi si stende una sfoglia di qualche millimetro, anzi, dovrebbe essere sui 0,5 cm, da cui ricavare tanti rettangolini larghi circa uno e lunghi non più di 5-6 cm, in modo che sia facile mangiarli e non cadano dalla forchetta. Cuociono in 10-11 minuti secondo lo spessore, e ripassati in padella sono ancora migliori!
Quando li ho serviti al mio maritino, ignaro del condimento canonico, ha detto che secondo lui ci sarebbe stato benissimo del pecorino.... Insomma pare che sia irrinunciabile!
L'ho scritto su fb, ma mi piace dirlo anche qui, per chi legge magari solo di passaggio: un grandissimo chef ha definito noiosa la cucina della tradizione senza innovazione. Forse ha ragione, a patto di conoscere già bene i numerosissimi piatti tipici. Tuttavia penso che tanti siano ancora così poco "frequentati" da rischiare di andare perduti, perchè ritenuti erroneamente scontati. Come questo semplice piatto, che pur con ingredienti classici della nostra cucina non è affatto banale, anzi, squisito!!.
L'ho scritto su fb, ma mi piace dirlo anche qui, per chi legge magari solo di passaggio: un grandissimo chef ha definito noiosa la cucina della tradizione senza innovazione. Forse ha ragione, a patto di conoscere già bene i numerosissimi piatti tipici. Tuttavia penso che tanti siano ancora così poco "frequentati" da rischiare di andare perduti, perchè ritenuti erroneamente scontati. Come questo semplice piatto, che pur con ingredienti classici della nostra cucina non è affatto banale, anzi, squisito!!.
Mah...io sui "grandissimi chef."..ho qualche riserva!
RispondiEliminaTrovo la cucina della tradizione estremamente interessante e, data la tipologia del nostro territorio, anche assai varia..non vedo come ci si possa annoiare! Se poi si ricercano gli ingredienti freschi, locali e poco costosi direi che è perfetta!! Continua così..che per me va benissimo!!
Buona serata
Carmen
p.s.
io non conoscevo affatto questo tipo di pasta...grazie!
Macchè innovazione del ciufolo!!! Lo disse anche il grande Bigazzi che ogni qualvolta qualche genialoide dell'alta cucina s'inventa la rivisitazione di turno fa una cavolata grossa come una casa...
RispondiEliminaBene, ho espresso il mio pensiero in merito all'importanza della tradizione e, fatta la dovuta precisazione, ti faccio i miei complimenti per questo bellissimo formato, ringraziandoti per l'idea così almeno cambio rispetto al solito senza complicarmi la vita con altri tipi di pasta, che magari richiedano il tirapasta... che non ho!!!
Un bacio!!!
intanto complimenti per il blog, ti leggo sempre ma è la prima volta che commento.tornando all'argomento:gli chef possono dire ciò che vogliono, ma se la nostra cucina è diventata famosa in tutto il mondo è grazie alle tipiche ricette regionali, semplici e buonissime, non sempre l'innovazione in cucina va a braccetto con il gradimento,anzi... certi abbinamenti li trovo azzardati! ovviamente questa è la mia oponione! continua così ! buona giornata! Stefania
RispondiEliminaCare Stefania, Carmen e Tatiana, di fatto sono d'accordo con voi. A me però non dispiacciono le idee nuove, da cui magari prendere spunto. Certo è che i grandi chef hanno una cultura gastronomica di tutto rispetto e capisco che essendo dei creativi amino sperimentare cose nuove. Mi piace però l'idea che insegnino anche a noi i piatti antichi, si sa che mi piace pensare che condividendoli non andranno perduti e loro di certo possono darci una gran mano in questo senso. Per il resto io continuo con le ricette vecchine, mi ci sento proprio a casa, e poi hanno il pregio che comunque le fai vengono sempre. Non male vero?! Grazie per le vostre parole sempre gentili, e scusate la risposta di gruppo, ma per non tediarvi troppo mi sono limitata, almeno ci ho provato!! Buona serata!!
EliminaFatti oggi per pranzo!Gnam!:-)A me le ricette vecchine piacciono tanto!Buona serata,Maddalena!
RispondiEliminaA chi lo dici, troppo belle le ricette di un tempo...E buone! Ciao SUPER Nicky!! Buona giornata!
EliminaAvevo inserito un commento che è sparito. Dicevo che i grandi chef sono costretti a SPERIMENTARE altrimenti dovrebbero cucinare solo ricette tradizionali e in questo sono forse migliori certe vecchie nonne!! Vado a preparare la tua pasta per pranzo e aggiungo che secondo me ed è banale dirlo m le cose semplici sono le più difficili da realizzare (vedi: pane) e sono necessari alcuni piccoli segreti e/o accorgimenti come spesso ci suggerisci tu. Grazie bacio
RispondiEliminaGabriella
Ciao Gabriella, buona Domenica! Mi è piaciuto tantissimo questo messaggio, e grazie per la tenacia nello scrivere (anche a me ogni tanto spariscono i commenti, mah!). Dicevo, mi è piaciuto perché sono d'accordissimo sul fatto che le cose più facili sono contemporaneamente le più complicate. Mi fa sorridere pensare che noi siamo qui a cercare di imparare quantità esatte degli ingredienti, tempi di cottura precisissimi, temperature perfette, ecc., ecc. quando fino a poco tempo fa si faceva tutto a occhio, senza bilancia e soprattutto sulla base dell'esperienza. Penso che le nostre nonne sorriderebbero, spero anche in un benevolo apprezzamento dello sforzo profuso.... Un abbraccio, a presto!!!
EliminaBuona domenica anche a te, aggiornamento rapido, la "tua" pasta per renderla piccantina l'ho condita con un sugo di pomodoro e 'nduja (conosci quel tipo di salame morbido piccante calabrese?) Risultato: ottima!! Grazie ancora. Quanto ai miei commenti: sono un po' imbranata. Per nonne intendo quelle di un tempo con tanti figli che passavano tutto il loro tempo in casa e cucina perchè sai anch'io potrei essere nonna (anche se dentro mi sento uno spirito da "ragazza") ma non sarei come loro dopo aver passato una vita in ufficio, anche se ho sempre provato ad essere adeguata. Bacio
RispondiEliminaLa 'nduja? Buonissima! Che idea stupenda! Penso te la copierò alla prima occasione! Quanto alle nonne di un tempo anch'io sai pensavo a quelle matrone piene di figli e di coraggio a mandare avanti le case con poco o niente. La famiglia di mia nonna erano 8 fratelli, e i racconti sulle difficoltà "alimentari" specie in tempo di guerra non mancano. Inoltre nei ricettari dell'Ottocento emergono sempre figure di donna veramente straordinarie. A me poi piace tantissimo lo spirito di Lunella De Seta che durante la guerra scrive un ricettario di preparazioni poverissime, realizzabili con quel poco che si riusciva a reperire, ma soprattutto cerca di tenere alto il morale delle donne, invitandole ripetutamente a non scoraggiarsi. Insomma, che siamo figlie o nipoti di queste figure quasi mitologiche mi piace pensare che proviamo a emularle! Buon inizio di settimana, a presto!!
EliminaGiusto, brava: proviamo a emularle quelle donne eccezionali che non si scoraggiavano mai, anzi "tiravano su"il morale agli altri. (Io lo ripeto spesso che mia madre nonostante le difficoltà incontrate nella sua vita, compresa la guerra e i bombardamenti, non l'ho mai sentita lamentarsi!) Ciao
RispondiEliminafear of god clothing
RispondiEliminaa bathing ape
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kyrie irving